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Il giro lungo di Checco Canal

Un uomo nasce a Venezia nel secondo dopoguerra. Sopravvive alla dura scuola dei padri Giustiniani ma già a quindici anni scrive il suo atto formale di abiura sul quadernetto che gli serve da diario. Conosce maggiore libertà al liceo pubblico Pietro Bembo, dove il suo talento comincia a germogliare, e poi all’università: filosofia, ma non è ancora una scelta autonoma.

Coglie un’occasione al volo e si trasferisce a Parigi e poi negli Stati Uniti. Insegna letteratura, ma in realtà sta imparando: conosce i grandi scrittori americani, le sofisticate ragazze del Vassar College, gli studenti esausti del Bronx italo-americano, e intanto si apre il corpo e la mente attraverso una psicoanalisi di scuola reichiana, che lo porta alla ricerca dell’orgasmo perfetto.

Altre avventure l’attendono nell’isola di Key West, fino al ritorno sull’amata laguna veneta, dove avverrà l’ultimo e sorprendente tratto del viaggio. Lasciamo Francesco Paolo Canal detto Checco, ormai settantenne, mentre sosta di fronte ai mosaici d’oro della basilica di San Marco, proprio come uno degli scienziati divenuti suoi maestri, il grande paleontologo che gli aveva aperto la strada verso una migliore comprensione della nostra natura di esseri umani.

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