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LANCIONI, AVANTI COL TURISMO DI MASSA!

LANCIONI, AVANTI COL TURISMO DI MASSA!

Nuove nubi sempre più fosche compaiono all”orizzonte. Tra i peggiori sfruttatori del turismo di massa sono i cosiddetti “lancioni gran turismo” che ogni giorno trasportano decine di migliaia di persone dai parcheggi per auto e bus e dagli alberghi del litorale verso il centro di Venezia. Non si sa quanti siano. Io personalmente ero riuscito, attraverso ricerche sui permessi di navigazione, a contarne 106, ma è un dato di dieci anni fa, che non ho più aggiornato. I più temibili sono quelli che fanno la spola tra il Tronchetto e la Riva dei Sette Martiri. I loro passeggeri restano in città qualche ora, a volte mangiano in locali convenzionati e ripartono nel pomeriggio dopo aver “visitato” San Marco, Rialto e il Ponte dei Sospiri. Sono loro che sostengono le innumerevoli bancarelle che deturpano la città e ostruiscono i panorami e i percorsi. Altre flotte di “lancioni” vengono ogni giorno dalle spiagge di Chioggia e Pellestrina; moltissime da Jesolo e dal Cavallino; molti ancora dal lago di Garda e perfino dalle Dolomiti. Sono tutti turisti da rispettare e apprezzare, ma dovrebbero essere muniti di prenotazione per non soffocare con il loro numero, con il loro abbraccio magari anche sincero, ogni forma di vita locale.
Invece che “gestirli” e regolarli, l’amministrazione Brugnaro pensa solo ad aumentarne il numero, “spalmandoli” anche nelle poche zone della città dove non sono ancora pienamente arrivati. Ecco allora che gli ormeggi di Riva dei Sette Martiri non bastano più. Un buon numero di “lancioni” sarannno autorizzati ad approdare alle Fondamente Nuove, a pochi passi dai pontiletto del Pronto Soccorso dell’Ospedale. Da lì, attraverso le poche calli del posto, i turisti cercheranno di arrivare a San Marco e Rialto.
La Nuova Venezia di ieri domenica 24 maggio riporta un articolo di Enrico Tantucci che sembra lui stesso non credere ai suoi occhi, tanto assurda sembra la cosa. E riferisce i commenti della gente del luogo. Vi invito a leggere con attenzione l’articolo, testimonianza di come si proceda passo dopo passo a distruggere una città un tempo nobile e fiera.
Ah, ecco un dettaglio importante: proprietaria dei lancioni in questione è una cooperativa di gondolieri (la “Ducale”, che ne possiede, a quanto mi risulta, circa una decina). Sono gli stessi gondolieri (o i loro colleghi) che poi si lamentano del moto ondoso generato senza pietà dai lancioni nelle loro corse affrettate dai parcheggi a San Marco e viceversa.

 

Il giro lungo di Checco CanalIl giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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Leggete qui una recensione sul “Gazzettino” di Venezia

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This Post Has 2 Comments
  1. sarà pure possibile intervenire, reagire in proposito. Tutto questo è assurdo, tutti fanno di tutto impunemente, senza regole, senza rispetto, senza logica, senza rispetto, ci sarà pure un modo di imporre delle regole. Venezia e la sua laguna non sono i primi posti al mondo a necessitare regole su misura. Perché qui, regna un anarchia totale a tutti i livelli, non siamo mica un comune di stampo mafioso…oppure si….allora questo ” governo ” comunale va rovesciato. Poi ricominciamo da capo con veri esperti in tutte le materie da considerare per un aerea con dinamiche particolari che si chiama ” la laguna di Venezia e le sue isole ” Non ci vuole una laurea per capire certe cose elementari. Cominciamo con i miei concittadini che non sono neanche capaci di astenersi di buttare ovunque qualunque tipo di rifiuto, mozziconi, sacchetti di merde di cani, fazzoletti, bottiglie, ecc….non ditemi che durante la chiusura preventiva al turismo sono i ” TURISTI ” che sporcavano. E non è una buona ragione accusare il comune e la sua decisione scema di eliminare la grande maggioranza dei cestini, (sotto 1000 pretesti di merda)
    Quanti chili di guanti e mascherine sono stati raccolti, quanto schifo fanno certi residenti pure razzisti ( centra, centra!!! ). Il ” veneziano “dovrebbe studiare la sua storia, approfondire l’ etimologia e l’ origine dei cognomi presenti su l’ elenco dei cittadini della laguna, farsi un esame di coscienza, ma anche del albero genealogico, e del DNA per ficcarsi in testa che i ” veneziani ” non esistono, non sono, ne una razza ne un etnia. I veneziani sono un fritto misto di 100 origini ed è per proprio per questo che siamo speciali. Ma questa originalità, quasi unica al mondo, non ci da il permesso di comportarci come infami. Infami, non dobbiamo esserlo, sennò, vuole dire che ci meritiamo un comune infame a l’ immagine nostra, ansi, vostra, “infami” incoscienti e stolti. Diceva bene un tale, ” perdonateli perché non sanno quel che fanno “Grazie, Maria anonima veneziana apolitica e agnostica ma con tanti Credo.

    1. Ahimè, cara Maria, questa è la democrazia. A chi gli parla come ha fatto lei nel suo eloquente post, Brugnaro ha sempre risposto: Non le piace? Si faccia eleggere! La maggioranza dei venezian-mestrini ha votato per lui (in verità nella Venezia insulare avrebbe vinto il suo rivale Casson, anche se di poco; ma i terrafermieri sono stati una valanga). Le tantissime associazioni e i gruppi sui social hanno un bel protestare: alla fin fine le ordinanze le fanno gli eletti. E il nostro consiglio comunale è fatto di persone che in grandissima maggioranza sono state elette con i voti di chi vive del turismo di massa. Adesso, in occasione della prossima elezione, si sta formando un gruppo di politici o aspiranti politici con idee finalmente diverse (il gruppo di Andrea Martini, presidente del consiglio di quartiere di Venezia Murano Burano). Io lo frequento e mi dà qualche speranza. Però anche loro ci vanno molto piano quando di tratta di fissare i numeri massimi di escursionisti ammissibili.

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