skip to Main Content
RENATO BRUNETTA CONTRO L’UNESCO

RENATO BRUNETTA CONTRO L’UNESCO

“L’Unesco sbaglia” è l’occhiello che il Corriere della Sera ha inserito sul titolo di un intervento di Renato Brunetta a proposito di Venezia. Venezia, secondo Brunetta, non sarebbe “in pericolo”. Sarebbe anzi “ben tutelata”. Di concreto l’intervento non dice niente; secondo una prassi ben nota anche al sindaco Brugnaro, ignora le precise osservazioni della commissione Unesco ed elenca alcuni progetti generici, esistenti solo a parole. Tra le osservazioni ignorate: la Laguna di Venezia è tagliata in due dal profondo Canale dei Petroli, che si vuole approfondire e allargare per far posto alle Grandi Navi, sia da crociera sia da container. Per rallentare la conseguente  perdita di fondali lagunari e trasformazione della laguna in baia marina, si intende costruire delle scogliere artificiali lungo tutto il canale (circa 16 chilometri): sarebbe questo il modo di tutelare la laguna?  Si può presentare quella mostruosità come un  ammirevole sforzo a favore dell’ambiente? E contro il moto ondoso, che cosa si è fatto? E contro l’inquinamento dovuto alle grandi navi?  Per quanto poi riguarda la città, sbaglia forse l’Unesco a sostenere che la dose attuale di turismo è eccessiva? E la perdita di residenti, è forse un’invenzione dei commissari (secondo Brunetta “tre ispettori” che “in una visita di quattro giorni hanno visto e capito tutto”?). La trasformazione delle case d’abitazione in locazioni turistiche, la ressa sulle calli, sui ponti e sui vaporetti, i ristoranti e bar ad ogni due metri, le bancarelle che ostruiscono il paesaggio e il passaggio, li hanno visti solo gli ispettori dell’Unesco?

L’Unesco scrive che “non è chiara la strategia complessiva per Venezia.” Brunetta risponde che una strategia esiste, ma l’Unesco non l’ha compresa. Dalla lettura del suo intervento, che riporto qui per intero, risulta abbastanza chiaro che la strategia, se c’è, consiste nel proseguire sulla strada dello sfruttamento economico, trasformando laLaguna, respingendo i residenti, facendo pagare i visitatori, creando sempre nuove vie d’accesso per terra, per acqua e per aria, fino a quando della Venezia città incantata resterà solo un vago ricordo nella mente di pochi anziani sopravvissuti.

 

 

 

Condividi questa pagina
This Post Has 3 Comments
  1. Il massimo della presunzione di questo presuntuoso intervento del presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, viene raggiunto con la dichiarazione: “Quindi no, non la chiuderemo alle visite.” intendendo la Città di Venezia e rispondendo ad una domanda che nessuno, ma proprio nessuno ha posto, quella di chiudere Venezia al mondo.
    È quel “non la chiuderemo” che esprime tutta la tracotanza padronale di chi crede di poter disporre arbitrariamente di un bene di proprietà dell’umanità.
    Noi non la chiuderemo, perché siamo noi, solo noi, che possiamo farlo o non farlo.
    Non dice Brunetta chi avrebbe questo potere proprietario, di chiudere o meno la Città, se si tratta di un gruppo allargato, magari eterogeneo, oppure se, molto più elitariamente, si tratta di un paio di persone in cui lui comunque colloca anche sè stesso, ma ciò non ha alcuna importanza perché, come detto, un bene dell’umanità non può essere a disposizione di chicchessia.

    1. Ogni parola di quell’intervento di Brunetta esprime la protervia di chi si trova al potere e crede di manipolare uomini e donne a volontà. Grazie per averlo messo così bene in rilievo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top