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L’UNESCO CEDE, VINCE BRUGNARO

L’UNESCO CEDE, VINCE BRUGNARO

Sembra proprio che noi veneziani appassionati siamo rimasti quasi soli nella difesa della nostra città. Malgrado tutte le evidenze, l’Assemblea Generale dell’UNESCO  riunita a Riad ha respinto le conclusioni dei suoi stessi consulenti, che le chiedevano di inserire  “Venezia e la sua Laguna” nella lista dei siti a rischio. La perdita di residenti, l’invasione di turisti, le lacerazioni della Laguna, le mille altre ragioni addotte dalle commissioni esaminatrici non sono bastate a vincere le resistenze politiche del governo italiano, che ha messo in moto tutte le sue influenze diplomatiche per annullare quella che sembrava un’inevitabile condanna alla gestione corrente.  Così il verdetto finale ha dato ragione ai timori di quanti, esperti di politica e di burocrazie, avevano invitato noi veneziani a non farci illusioni: la politica avrebbe vinto. E così è stato. Solo due giorni or sono era uscita sul Fatto Quotidiano (e in versione più dettagliata sul sito nazionale di Italia Nostra) una precisa analisi di Lidia Fersuoch, consigliera nazionale di Italia Nostra ed ex presidente della sezione di Venezia, dal titolo che non lasciava incertezze: “Scommettiamo che non se ne farà nulla”. L’analisi descriveva in modo impeccabile (frutto di ricerche degne del miglior giornalismo d’inchiesta)  il funzionamento del Centro Unesco dei Siti Patrimomnio dell’Umanità (World Heritage Center) e ne traeva le inevitabili conclusioni. Io stesso, pur ammirato per la qualità di quel testo, speravo ancora che qualche scappatoia potesse emergere; ma la realtà politica è stata implacabile e ha avuto la meglio. Vi invito, se avete qualche minuto, a leggere quelle parole sul sito di Italia Nostra anche se poi ne uscirete scossi nella vostra fiducia nelle istituzioni, come è accaduto a me. Intanto qui sotto allego l’articolo della Nuova Venezia che dà la notizia della sconfitta assieme alle prime valutazioni della faccenda. Per adesso notiamo solo che nella riunione di Riad i tecnici dell’ICOMOS (International Council On Monuments and Sites), inviati in ispezione,  hanno caldamente raccomandato di inserire Venezia nella Black List, mentre contro l’inserimento hanno parlato i rappresentanti (politici) del Giappone seguiti da Messico e altri. Alla fine i 20 stati da cui dipendeva la presentazione (per la maggior parte africani) hanno deciso di ribaltare la raccomandazione dei tecnici. Ciò ha fatto sì che l’Assemblea Generale non ha dovuto neppure votare.

Per l’articolo di Fersuoch sul sito di Italia Nostra cliccate qui.

 

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