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IL GRAVE CASO DELLA COSTA LUMINOSA

IL GRAVE CASO DELLA COSTA LUMINOSA

(Nell’immagine dell’ANSA: la Costa Luminosa illuminata per ringraziare la città di Savona che l’ha accolta). Dopo molto peregrinare, la Costa Luminosa (1.130 cabine e circa tremila persone a bordo) ottiene il permesso di attraccare a Savona grazie a un encomiabile atto di responsabilità delle autorità locali. I turisti possono lasciare la nave. Tra di essi vi sono molti casi positivi al coronavirus, incluso un cittadino israeliano di 84 anni che morirà poche ore dopo. I membri dell’equipaggio (almeno 40 dei quali risultano positivi) rimangono a bordo. Così riferisce il Secolo XIX del 27 marzo. Ma dove mettere il migliaio e più di passeggeri? Si decide di spartirli tra varie città italiane, in attesa che i rispettivi governi provvedano al rimpatrio.
Riferisco adesso quanto riportato dal Messaggero di Roma di ieri 29 marzo. Un centinaio di passeggeri sono spediti a Pisa e altri 229 in un albergo di Roma, dove arrivano a bordo di pulmini. Un carico esplosivo, si direbbe. Viene avvisata la Protezione Civile, che però non informa la Sanità regionale. Solo per caso, qualche giorno dopo, quando il console inglese chiede notizie dei cittadini britannici, si viene a sapere della cosa. La ASL corre a fare 30 tamponi: ben tre risultano positivi. “Incredibile,” esclama l’assessore alla Sanità del Lazio, “la Protezione Civile non ci aveva avvertito!”. Non conosciamo ancora il risultato degli altri tamponi, se pure sono stati eseguiti. Ma gli ospedali romani sono già sotto stress e non sarà facile trovare posto per altri casi gravi, senza parlare delle possibilità di contagio per cittadini romani e operatori coinvolti.
Viene così confermato il fatto che le navi da crociera possono essere pericolose incubatrici del virus. Soprattutto si conferma una grave incapacità di affrontare il problema da parte sia delle Compagnie di crociera sia delle autorità sanitarie locali. Speriamo che a Venezia, città ben più fragile di Roma come strutture ospedaliere, le comunicazioni corrano meglio e le decisioni siano prese da persone più informate e responsabili.
Cliccare qui per l’articolo sul Messaggero di ieri 29 marzo.

 

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