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A VENEZIA S’IMPORRA’ LA TEORIA DEL FATTO COMPIUTO?

A VENEZIA S’IMPORRA’ LA TEORIA DEL FATTO COMPIUTO?

Sistematicamente, e si direbbe subdolamente, la città di Venezia si è modificata, adattata, trasformata fino a diventare il regno del turismo di massa, del traffico acqueo incontrollato, delle bancarelle dappertutto, delle navi da crociera, dell’economia fondata  sul facile arricchimento di alcuni e il lavoro stagionale e precario di altri. Adesso la disgrazia del corona virus ha costretto tutti a constatare che una città vivibile potrebbe esistere, una città con canali tranquilli, strade percorribili, vaporetti accessibili, paesaggi lagunari aperti, architetture leggibili, bellezza dappertutto.
Ma si potrà tornare indietro? Il direttore dell’Accademia di Belle Arti Moretti lo chiede a gran voce in un bellissimo intervento sul Gazzettino di domenica 29 marzo (lo trovate qui sotto). Tanti di noi vorrebbero che si potesse essere ottimisti. Ma già si alzano le voci degli “operatori economici”, delle “categorie”. Hanno le loro rendite di posizione e non gl’importa che quella fosse un’economia drogata, che con pianificazione e intelligenza Venezia potrebbe essere non solo più vivibile ma anche più ricca. Non accetteranno nessun cambiamento e difficilmente si avrà la forza o la volontà d’imporglielo. Ecco qui, per cominciare, il lamento degli operatori legati alle crociere. A loro non importa nulla delle economie alternative, della sostenibilità, del futuro. A loro importa solo conservare e ingrandire i loro introiti passati e futuri.

 

Il giro lungo di Checco CanalIl giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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Leggete qui una recensione sul “Gazzettino” di Venezia

 

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