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GRANDE BATTAGLIA PER L’ARSENALE

GRANDE BATTAGLIA PER L’ARSENALE

Il Comune di Venezia, la Marina Militare e la Biennale stanno per dividersi, ognuno per i suoi scopi, quel patrimonio unico e d’incalcolabile valore che è l’Arsenale di Venezia. Lo fanno per fini anche nobili, come possono essere le mostre della Biennale o l’Istituto di Studi Marittimi (ma forse non le discoteche del Carnevale), ma ignorando del tutto il valore storico del compendio. Nella partizione non c’è posto per la presentazione di ciò che l’Arsenale è stato, per come funzionava, per gli affascinanti metodi di produzione di cocche e galee, per le fucine e le corderie. E non ci sarà modo per gli abitanti e i visitatori di attraversare la vastissima zona, che resterà recintata e proibita a chi non avrà pagato il biglietto per le mostre di turno. Ancora una volta la parola “valorizzazione” viene intesa nel senso di “monetizzazione” o produzione di utili in denaro anziché in conoscenza e cultura.
Contro questo grave malinteso stanno muovendosi decine di associazioni cittadine, che hanno indetto una giornata di grande protesta  per domenica 6 febbraio.  Inserisco qui sotto l’articolo della Nuova Venezia che illustra i dettagli della manifestazione e inserisco il link con un breve video (2 minuti) in cui l’avvocato Giorgio Suppiej (presidente di Arzanà, associazione che è riuscita a salvare dalla rottamazione decine di antiche barche lagunari in legno) illustra a una televisione locale l’importanza di questa iniziativa.

Cliccare qui per il video.

 

 

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