
DEFORMARE LA LAGUNA PER FAR POSTO ALLE NAVI DA CROCIERA
L’associazione Italia Nostra, sezione di Venezia, assieme a un’altra associazione veneziana (“Venezia Cambia”), ha presentato al Ministero competente (il MASE, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) le sue Osservazioni sul progetto di piantare nel centro della nostra laguna un’isola artificiale di ben 46 ettari, alta esattamente 12,50 metri. L’isola sarà costituita dai fanghi per lo più tossici risultanti dal gigantesco allargamento di alcuni canali lagunari (a loro volta artificiali, diritti come fusi a differenza di quelli naturali pieni di anse e giravolte) necessari per il passaggio delle grandissime navi da crociera lunghe oltre 300 metri e larghe in proporzione.
Ma non era stato emanato un decreto nel 2021 per escludere le grandi navi dalla laguna? Sì, ma si era deciso di costruire per loro un porto artificiale in alto mare. Ma per far ciò ci vorranno almeno dieci anni. Nel frattempo, “provvisoriamenrte”, squarciamo la laguna e facciamo passare i giganti. Poi, una volta costruito il porto (se mai ciò avverrà, perché siamo ancora alla fase dei bandi), si vedrà il da farsi.
L’isola dovrà essere circondata da palizzate di ferro, (le “palancole”) per impedire che i suoi fanghi tossici percolino nella laguna uccidendone flora e fauna (e magari anche abitanti umani). Cambierà il gioco delle maree e delle correnti, il percorso degli uccelli migratori e quello dei molti veneziani che ancore frequentasno le isole e le barene.
Però le compagnie di crociera riusciranno, secondo i loro piani, a portare di nuono in città almeno un milione di turisti l’anno (oggi siamo solo a mezzo milione). Evidentemente per qualcuno la città è gravemente a corto di turisti,tanto da dover sacrificare il suo millenario ambiente per poterne accogliere qualcuno di più.
Anche altre associazioni veneziane (fra cui Ambiente Venezia e il gruppo No Grandi Navi) stanno presentando le loro esterrefatte “osservazioni” contro l’incredibile progetto. Ne trovate la lista e i testi sul sito del Mase a questo indirizzo.