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CARA SIGNORA, SI ACCONTENTI DI UN AFFITTO NORMALE

CARA SIGNORA, SI ACCONTENTI DI UN AFFITTO NORMALE

La Nuova Venezia di domenica 23 marzo pubblica una breve intervista con una sorridente e simpatica signora che  è proprietaria di un appartamento a Venezia e lo affitta  ai turisti, come fanno ormai migliaia di altri proprietari. In questo modo, però, la città si spopola, i negozi chiudono, la vita cittadina scompare, la città diventa tutta un albergo o una grande nave da crociera. La signora lo sa benissimo, anche se a parole lo nega (parla della “solita narrazione secondo la quale noi siamo responsabili dello spopolamento della città e dei problemi legati alla residenzialità”).   Ora, possiamo noi (che vorremmo vivere in una città non in un albergo) sperare che quelle migliaia di proprietari si convertano e che rinuncino ai guadagni per ragioni così ideali come il bene comune e la qualità della vita di tutti? No, sarebbe piuttosto irrealistico. Purtroppo per mettere un freno al dilagare del fenomeno c’è solo una maniera, come hanno fatto decine di città in tutto il mondo: una legislazione ad hoc, che metta dei limiti chiari e molto netti al fenomeno delle locazioni turistiche. Il governo italiano non vuole pensarci e la città di Venezia (che potrebbe farlo) se ne guarda bene. Tuttavia è lecito pensare che la grande maggioranza dei cittadini sarebbe in favore di una tale legislazione, non foss’altro per ragioni di convenienza personale (i rumori e disturbi nei condomini, la scomparsa dei negozi di quartiere, i problemi delle giovani coppie). Perfino New York City ha approvato una legge molto restrittiva (a Manhattan non si può affittare un appartamento per un periodo inferiore a trenta giorni). A quando un risveglio dei nostri legistatori?   Riporto qui sotto la breve intervista.

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This Post Has 4 Comments
  1. Aleramo
    hai ragione tutto vero anche le mezze verità e quelle camuffate. Come sai io sono una venziana di ritorno (dopo 45 anni di esilio lavorativo) che non ha potuto riprendere la residenza a Venezia perché la tassa a MIlano per una seconda casa è mostruosa.
    Ho anch’io affittato ma mai a turisti sempre e solo a studenti per l’anno accademico. Quasi tutti hanno seguìto l’intero iter univesitario (3 o 4 anni consecutivi) tornando e ritornando anche una volta laureati come amici. So per certo che la fedeltà è ed è stata salda anche perché non sono mai stata esosa e sempre al disotto dei prezzi di mercato privato e perfino di quello dei vari studentati sorti nell’ultimo decennio.
    Ho visto moltissimi negozi alimentari o di servizi vari (calzolai per esempio) chiudere però ne ho visti alcuni (pochissimi) riaprire nei medesimi posti che l’esercizio veniva svolto nella mia infanzia e adolescenza. Spero che tu non me ne voglia e che tu possa capire questa mia imperfetta ricerca di venezianità. un caro saluto Maria

    1. Cara Maria, è un vero piacere constatare che esistono veramente delle persone che rinunciano a un surplus di guadagni semplicemente per aiutare degli studenti o per non contribuire al degrado della città. In verità ne conosco parecchi altri qui a Venezia, inclusa una persona che possiede un ampio appartamento sul Canal Grande ma rifiuta di trasformarlo in Locazione Turistica. Quanto a te, vedo che sei rimasta fedele ai principi di solidarietà e umanità di cui discutevamo con tanto ardore alle Zattere ai tempi del Cucciolo. Adesso sei ritornata a vivere a Venezia? Un abbraccio, Aleramo

  2. Caro Lanapoppi, le faccio una semplice domanda, ma non risponda come Prodi: se lei avesse un appartamento di proprietà dove paga tasse solo per possederlo, magari dopo averlo acquistato accollandosi debiti, sarebbe disposto ad affittarlo ad un canone che non le ripaga la rata del mutuo con l’aggravante in caso di morosità di mon ritornare facilmente in possesso del suo immobile? Io francamente no.

    1. Concordo. Le tasse sono talmente alte e l’impossibilità di rientrare in possesso del bene a piacimento (ma la deriva anticapitalista è nota) talmente radicata che di fatto affittare è un’attività quasi in perdita. La legislazione dovrebbe essere adeguata e tutelare i residenti scoraggiando il turismo veloce ma la legislazione dovrebbe anche tutelare la proprietà privata. Altrimenti continuiamo ad essere un paese comunista (sui generis ma senza le garanzie che il comunismo fornisce ai cittadini)

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