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MOSE, I CLIENTI SONO GLI ULTIMI A SAPERE

MOSE, I CLIENTI SONO GLI ULTIMI A SAPERE

Un bell’articolo di Alberto Vitucci sulla Nuova di oggi mette fine alle mille ipotesi e dicerie della sera del 23 dicembre, quando si era diffusa la voce che una qualche autorità aveva ordinato di sollevare le paratoie del Mose (la previsione era di m. 1,40). I media erano stati allertati (una troupe della Rai sarebbe stata già in cammino) e così la Capitaneria di porto e le forze dell’ordine. Ma poi un’altra autorità, altrettanto misteriosa, avrebbe lanciato il contrordine: non si alza più niente. Noi tutti veneziani interessati vagavamo per l’internet, cercando notizie sui siti online dei quotidiani ma con poca soddisfazione.

Adesso Vitucci fa un po’ di chiarezza. Non si sa ancora (o  lui non dice) chi abbia messo in moto il processo, ma un’intervista con il commissario Fiengo chiarisce che tentare l’operazione sarebbe stato da folli, e che continuerà ad esserlo almeno fino alla fine del 2021.  Effettivamente bastava pensarci un poco per capire che la cosa sarebbe stata impossibile: in caso di imprevisti (per esempio un calo di elettricità) non c’erano piani testati, e poi mancano molti impianti accessori per cui le operazioni si sarebbero dovute fare manualmente, con squadre di pompieri e operai specializzati (che non ci sono).

Una cosa però si poteva e doveva fare: approntare un servizio serio di comunicazione, un ufficio al quale i media e i cittadini si potessero rivolgere per avere risposte ufficiali, concrete e precise.  Tanto per sfuggire ai “si dice” e alle famose fake news. Forse uno dei tre Commissari Al Mose avrebbe potuto farsi almeno questa semplice pensata. Invece noi cittadini eravamo tenuti all’oscuro di tutto, come quando un treno si ferma in aperta campagna e tutti si chiedono se sarà un guasto, se l’attesa sarà lunga, se si ripartirà, e il capotreno si guarda bene da fare il suo semplice dovere d’informazione. Anche questa è una forma di democrazia.

Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno. Compratelo qui o leggetelo qui con molte più illustrazioni.

Ed ecco il titolo di un articolo comparso sul Gazzettino di oggi 27 dicembre:

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