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SE IL BENE COMUNE COZZA CONTRO IL BENE MIO PERSONALE

SE IL BENE COMUNE COZZA CONTRO IL BENE MIO PERSONALE

L’emergenza del corona virus ha riportato in primo piano, tra le altre cose, un antico problema sulla gestione dei beni comuni. Riporto qui sotto un articolo della Repubblica di oggi, nel quale l’epidemiologo Walter Ricciardi lo ripropone: è giusto che siano le Regioni a decidere il da farsi, o deve farlo un governo centrale, in funzione di un bene pià generale di quello delle singole località?

Un altro caso particolare, che ci riguarda da vicino, è quello della gestione della città di Venezia in rapporto al turismo. Se io possiedo un piccolo appartamento oltre a quello in cui abito, sarà mio interesse affittarlo in “locazione turistica”. Ma se tutti fanno così la città si svuota di residenti per diventare un solo grande albergo. Si può chiedere ai singoli proprietari di sacrificare un guadagno importante per salvaguardare la qualità della vita di città e di quartiere?

Credo di no. Occorre un potere centrale che guardi oltre gli interessi dei singoli. Sarà il Consiglio Comunale? Non proprio, dato che anch’esso rappresenta interessi locali.  Potrà essere solo una governance nazionale, o addirittura ultra-nazionale.

Per me sarebbe quella la cosa giusta. Finché i singoli sono mossi da egoismo e “sovranismo”, come diceva il vecchio Hobbes, il solo “ragionamento” non avrà mai la meglio. (Nell’immagine in alto: il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana con la mascherina anti-virus dopo che una sua collaboratrice è risultata positiva al corona virus).

 


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