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CHIUDE LA CARIDAD, UN COLPO AL CUORE

CHIUDE LA CARIDAD, UN COLPO AL CUORE

Era di gran lunga il mio ristorante preferito a New York. Per anni ci portavo gli amici che venivano a trovarmi dall Italia. “Altro che 4 Seasons, altro che Harry Cipriani! Questa è la vera esperienza!” Più newyorchese di così non si poteva: cibo cubano servito da cinesi emigrati da Cuba dopo l’avvento di Castro. Riso con pollo, riso con fagioli, riso fritto con plantani e insalata… I clienti in jeans e camicia, i camerieri cino-cubani, gentilissimi e trilingui (cinese tra loro, inglese e spagnolo con i clienti). I piatti tutti succulenti, abbondantissimi… Ci ho mandato anche Checco Canal, il mio protagonista, che nel suo “Giro lungo” ne parla così:
Montai sopra un autobus per risalire quel lungo tratto di Broadway e scesi alla Settantanovesima. Sapevo bene quello che cercavo: uno dei ristorantini economici che servivano Comidas Chinas y Criollas, i miei preferiti. Cibo cinese e creolo: una strana combinazione, dovuta all’origine di quelle trattorie, cinesi, e al sopravvenire di cubani e messicani che avevano aggiunto il creolo. Il mio piatto preferito era Arroz con pollo, riso con pollo, che apparteneva al reparto dei cibi creoli. Quegli ambienti erano e forse sono ancora tutti molto simili: rilassati, non rilucenti ma puliti, camerieri senza divisa, in jeans e camicia, clienti soprattutto operai e autonomi, piccoli falegnami, elettricisti, trasportatori, famiglie di latini come si chiamavano gl’immigrati di lingua spagnola. C’erano un’allegria e una naturalezza di cui avevo bisogno dopo l’inferno dell’albergo Hilton con il suo MLA. L’arroz era rosso di sugo, abbondantissimo e succulento; il pollo era lesso, amichevole e tenero. Benedetta quest’alta Broadway con i suoi mille gruppi etnici, i due sensi di traffico divisi dal tratto alberato, i negozi di frutta gestiti dai coreani e aperti tutta la notte, il grande Zabar che vende articoli casalinghi e formaggio parmigiano, gli Artie Rosenberg che escono a fare la spesa e gli anziani che guardano il traffico dalle panchine di legno. Broadway mi rilassa e m’allieta, anche se per montare su un taxi devo aspettare parecchi minuti e forse litigare con un’altra persona che si precipita ad aprire la porta come se il taxi lo avesse chiamato lui. O lei, perché spesso è una donna.

(trovate tutto l’episodio cliccando qui). Adesso il westsiderag.com, giornale dell’Upper West Side di New York, ne annuncia tristemente la chiusura, attribuendola alle difficlotà finanziarie originate da corinavirus.  Trovate l’articolo, corredato da un bel video, cliccando qui.

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