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PARADOSSO MARITTIMA, ADESSO E’ TUTTO VUOTO

PARADOSSO MARITTIMA, ADESSO E’ TUTTO VUOTO

La totale noncuranza dei nostri dirigenti politici verso le conseguenze delle loro decisioni si mette in mostra nel caso delle grandi navi da crociera. Spinti dall’opinione pubblica hanno dovuto bandirle dalla zona del bacino di San Marco. Dopo otto anni di discussioni (tanti ne sono passati dal decreto Clini-Passera del 2012), sono arrivati a un decreto finale frettoloso (non si poteva più rimandare) e irresponsabile. Invece di accettare il fatto che Venezia non è fatta per le Grandi Navi, hanno voluto ficcarcele dentro ad ogni costo. E la loro trovata impone:
– Davanti a San Marco passano solo le navi inferiori a 25.000 tonnellate (più o meno la metà del Titanic):
– Le più grandi (cioè quasi tutte) andranno in un porto apposito da costruirsi in mare aperto;
– E nel frattempo? Nel frattempo l’Italia costruirà per loro degli approdi “temporanei” dentro la laguna, sulla gronda di Marghera e Fusina, al costo di 157 milioni di euro e raggiungibili attraverso un canale di circa 20 chilometri che dovrà essere reso molto più largo e più fondo (se il ministero dell’Ambiente darà il suo ok, cosa che adesso sembra improbabile).
A qualcuno questa soluzione può sembrare ragionevole? Si può mai pensare che i grandi capitalisti armatori di quelle navi accetteranno di aspettare la costruzione di un porto ipotetico e l’allargamento di un canale contestatissimo, quando ci abbiamo messo quarant’anni per costruire un Mose che ancora non funziona?
Io penso che se ne andranno a Monfalcone, Trieste o Ravenna, mandando a Venezia i loro passeggeri con nugoli di autobus giornalieri (ma forse non ce ne saranno poi tanti, perché ai crocieristi piace la nave, non la città di sosta; vogliono la Sala dei Diamanti , la Piscina Panoramica, il Servizio in Cabina. Non glien’importa molto di Tiziano e Tintoretto).
Ma intanto il Decreto è entrato in vigore e le grandi navi non vengono più. E un articolo della Nuova Venezia vi descrive la Marittima rimasta deserta, con i suoi costosissimi Terminal di Accettazione e Partenza, altro investimento dell’Autorità portuale (e anche della Regione Veneto, comproprietaria) che si è dimostrato fallimentare. E già si parla di tramutarli, almeno parzialmente, in alberghi, come da tempo accade per tutte le pietre della nostra città. (Immagine dalla Nuova Venezia: la Marittima con alcune navi attraccate).

 

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Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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