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FONDAZIONE, SARA’ LA FINE DEL SOGNO

FONDAZIONE, SARA’ LA FINE DEL SOGNO

Proprio come temevo, la Fondazione “Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità” si sta imponendo come la mano che gestirà i fondi del Pnrr (il Piano Nazionale di Resilienza pensato come reazione ai danni del Covid) destinati a Venezia e in parte anche quelli destinati al Veneto. Per Venezia si parla di quattro miliardi. Non sarebbe male, anzi sarebbe bellissimo, se quei fondi andassero a progetti indirizzati verso una vera “rinascita” di Venezia nel senso di: ritorno della residenzialità, nascita di aziende volte verso il futuro e stabilite sia in città sia nel Comune, limitazione drastica dei flussi turistici sia di escursionisti sia di bnb, riprogettazione di Marghera come centro di tecnologie avanzate nei campi dell’informatica, della biologia, della medicina, della ricerca scientifica e culturale. Che sogno! A partire da quei quattro miliardi Venezia potrebbe diventare un modello per tante altre realtà di tutto il pianeta, e vivere in essa sarebbe stupendo.
Invece basta guardare i nomi dei dirigenti della nuova Fondazione per capire che si andrà nella direzione esattamente contraria. Sono gli stessi che a suo tempo auspicavano una Expo a Venezia e una metropolitana sublagunare. Gli stessi che hanno favorito la trasformazione della città in un parco turistico, la proliferazione delle locazioni turistiche, delle bancarelle, dei negozi di paccottiglia. Quelli che hanno creato il fenomeno del turismo di massa, favorito e accarezzato in tutti i modi; che non sono riusciti o non hanno voluto bonificare Marghera, che vogliono costruire porti appena fuori della laguna per ospitarvi gigantesche navi da crociera con altri milioni di turisti. Su quella strada, purtroppo, continueranno. La Fondazione sarà un meraviglioso strumento per creare e distribuite appalti e privilegi, per soffocare ulteriormente la residenza, per avvicinare sempre più Venezia a tutti i grandi centri turistici del mondo, da Dubai a Honk Kong. E, paradosso quasi affascinante, riusciranno a fare tutto ciò nel nome della resilienza e della “sostenibilità”.

 

 

 

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