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VENEZIA, L’ASSURDITA’ DELLE CROCIERE

VENEZIA, L’ASSURDITA’ DELLE CROCIERE

Che le “grandi” navi siano troppo “grandi” per Venezia e la sua laguna è così ovvio che basta guardarle per capirlo. Ma le compagnie di crociera ce le vogliono infilare a tutti i costi. Da questo nascono i dieci (o forse venti) anni di ragionamenti, progetti, rendering, revisioni, decreti, contro-decreti. Dovevano passare per il Canale Contorta; poi no, per il Vittorio Emanuele; andare a San Nicolò di Lido, poi a Marghera, perfino a Chioggia. Adesso sembrava che si fosse trovata una strada; ma arriva una sentenza del Tar che (fortunatamente, per quanto mi riguarda) azzera tutto di nuovo. Il concorso d’idee per una collocazione delle “grandi” navi si deve annullare e rifare da capo.
E’ questo ciò che succede quando si vuole far entrare cento litri di acqua (o di vino) in una damigiana da due litri. Si ha un bel fare concorsi, non ci stanno! E quei due milioni e mezzo di turisti in più per le nostre strade non ci starebbero comunque: farebbero scoppiare il tessuto urbano, come facevano prima del Covid.

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